venerdì 11 dicembre 2009

GIOCO E SVILUPPO COGNITIVO
Sicuramente il gioco, per le caratteristiche ampiamente descritte, stimola lo sviluppo intellettivo: memoria, attenzione, acquisizione di schemi percettivi,
concentrazione, capacità di confronto, relazioni sono alcuni ambiti che senza attività ludica si manifestano con gravi carenze nel bambino.
E’ Piaget che per primo mette in correlazione lo sviluppo del gioco con quello mentale, affermando che il gioco è lo strumento primario per lo studio del processo cognitivo del bambino. Egli afferma che lo sviluppo congnitivo del fanciullo passa attraverso due processi: l’assimilazione e l’accomodamento.
  • L'assimilazione è un processo per cui un elemento proveniente dall'ambiente esterno viene inserito in schemi mentali già preesistenti, senza che l'esperienza cambi tali schemi. Ad esempio un bambino piccolo avrà imparato a battere un bastoncino sul tavolo o su altre superfici, batterà allo stesso modo qualsiasi oggetto che si troverà in mano. Ogni oggetto viene inserito nello schema "battere ritmicamente".
  • L'accomodamento è un processo in cui i dati della nuova esperienza modificano gli schemi già posseduti. Il bambino che ha imparato a battere ritmicamente un oggetto, avendo a disposizione una pallina può inserirla nello schema "battere ritmicamente", poi scoprirà che può rotolare, creando una nuova categoria "oggetti che rotolano".
Abbiamo già accennato, sempre con Piaget, che lo sviluppo cognitivo è individuabile attraverso tre stadi di di comportamento ludico: i giochi di esercizio, quelli simbolici e quelli con le regole.
  1. I giochi di esercizio si svolgono nel corso del primo anno di vita in una fase di tipo "senso-motorio": afferrare, dondolare, portare alla bocca gli oggetti, aprire e chiudere le mani o gli occhi sono i tipici comportamenti attraverso i quali il bambino impara a controllare i movimenti e a coordinare i gesti. Il piacere nell’eseguire questi movimenti spinge il bambino a ripeterli più volte. La fase di assimilazione, in questo periodo, prevale su quella di accomodamento: le nuove esperienze, infatti, vengono adeguate agli schemi mentali del bambino.
  2. I giochi simbolici caratterizzano il periodo due-sei anni e si collocano in una fase detta "rappresentativa", in cui si acquisisce la capacità di rappresentare tramite gesti o oggetti una situazione non attuale. Si sviluppa la capacità di immaginazione e di imitazione, per cui i giochi preferiti sono quelli in cui, ad esempio, il bambino si improvvisa attore (finge di dormire, di cadere, di essere una principessa..).
  3. I giochi con regole fanno la loro comparsa dai sette i poi nella fase detta "sociale", in cui il bambino comincia a vivere in stretta relazione con gli altri ed i comportamenti sono maggiormente aderenti alla realtà. Il rispetto delle regole, la competizione e la cooperazione diventano comportamenti utili per la buona riuscita del gioco e della conseguente gratificazione.Inoltre l’accettazione delle regole ed il confronto con gli altri (es. la sconfitta) stimolano l'autocontrollo e la messa in atto di strategie di planning e problem solving alternative e finalizzate alla riuscita del gioco.

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